Articolo 18 e licenziamenti, contratti, riforma degli ammortizzatori, nuova Aspi e un premio di stabilizzazione per le aziende che assumono a tempo indeterminato i precari: sono queste le novita' della Riforma Lavoro 2012 che continua a far discutere, scatenando, tra l'altro, a causa delle modifiche all'art 18 sui licenziamenti, le proteste dei sindacati, Cgil in prima fila, che ha gia' dichiarato una serie di scioperi.Ma il governo non si arresta e va avanti sulla sua strada anche sul conteso art.18. La novita' della riforma del Lavoro 2012 si chiama Aspi, si tratta di una nuova assicurazione sociale per l'impiego che sostituira' le indennita' di mobilita' e di disoccupazione, estendendo la copertura agli apprendisti, confermandola aidipendenti privati e pubblici con contratto non a tempo indeterminato che abbiano lavorato almeno 52 settimane nell'ultimo biennio, che durera' 12 mesi per i lavoratori sotto i 55 anni e 18 mesi dai 55 in poi, e per cui e' fissato un tetto di 1.119 euro, calcolato per il 70% fino alla retribuzione di 1.250 euro e per il 30% per la parte eccedente, con un taglio del 15% dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo altri 6. Insieme all'Aspi, inoltre, si punta a estendere le tutele in costanza di rapporti di lavoro (sostanzialmente la cassa integrazione), attraverso l'istituzione di specifici fondi di solidarieta', obbligatori per tutti i settori, in relazione a imprese sopra i 15 dipendenti. Per quanto riguarda i contratti, il sistema proposto dal governo prevede per i contratti a tempo determinatoun contributo aggiuntivo dell'1,4% mentre per i contratti a progetto un aumento dei contributi previdenziali (27,72%), avvicinandoli all' aliquota dei lavoratori dipendenti (33%). Strada spianata, dunque, per i contratti a tempo indeterminato per cui le aziende che li stipuleranno otterranno anche premi. Le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato riceveranno, infatti, un premio cosiddetto di stabilizzazione, mentre l'apprendistato punta a diventare il contratto dominante per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, partite Iva e collaborazioni a progetto verranno, pian piano, disincentivate (anche dal punto di vista normativo), cosi' come le associazioni in partecipazione (con apporto di lavoro) che lentamente scompariranno con disincentivi normativi e contributivi.La riforma prevede, inoltre, l'obbligo di comunicazione amministrativa del part-time per ogni variazione di orario al fine di limitarne gli abusi. Per i contratti a progetto sara' necessaria una definizione piu' stringente del progetto e aumenteranno i contributi. Spariscono, infine, gli stage non retribuiti.Per quanto riguarda poi il sistema di ammortizzatori, il governo punta a un sussidio di disoccupazione universale che sostituisca l'attuale indennita' di disoccupazione ma anche la mobilita'. E poi c'e' il famigerato art 18: introdotto nel 1970 nell'ambito dello Statuto dei lavoratori garantisce ai dipendenti delle imprese con piu' di 15 dipendenti il reintegro al lavoro nel caso di licenziamenti senza giusta causa.La proposta del governo prevede tre tipi di licenziamento: per motivi economici, disciplinari e discriminatori e i relativi indennizi o reintegri qualora i licenziamenti risultassero illegittimi. Se non e' prevista alcuna modifica sui licenziamenti discriminatori, e' rivoluzione per i licenziamenti economici e disciplinari, i primi quelli per motivi oggettivi, come soppressione della mansione cui era addettoil lavoratore, cancellazione del reparto o dell'ufficio in cui lavora il dipendente, introduzione di macchinari che fanno risparmiare sul lavoro umano, crisi o difficolta' aziendale, chiusura dell'attivita', non prevederanno mai la possibilita' di reintegro, ma daranno vita a una procedura di conciliazione ed eventualmente unindennizzo economico, mentre i secondi, quelli definiti per motivi soggettivi, daranno al giudice il compito di valutare la situazione e decidere poi se applicare il reintegro o l'indennizzo.