Cadono gli ultimi presidi del segreto bancario e il fisco ottiene dal legislatore un via libera incondizionato ad acquisire informazioni dettagliate dagli intermediari finanziari per elaborare liste selettive di contribuenti da sottoporre a verifica.
La nuova regola varata con il Dl 138/2011 consentira' di realizzare indagini di massa sulla base di analisi del rischio che, non partendo piu' da una posizione individuale gia' sottoposta a controllo, rileveranno tutte le situazioni finanziariamente anomale: il tutto, da incrociare con i molti altri strumenti a disposizione delle Entrate a caccia di potenziali evasori.Certamente le nuove regole - che chiederanno la diretta collaborazione degli intermediari - potrebbero scontrarsi con i principi costituzionalmente garantiti della tutela della proprieta' privata, del risparmio e della riservatezza.
L'articolo 2, comma 36, del Dl 138/2011 interviene direttamente sull'articolo 7 del Dpr 605/73, estendendo i casi in cui le Entrate possono acquisire informazioni dagli intermediari finanziari.
Derogando ai principi per cui questi dati possono essere acquisiti solo per svolgere specifiche indagini bancarie collegate a controlli gia' avviati (articolo 32 del Dpr 600/73 o articolo 51 del Dpr 633/72) o per recuperare delle somme nell'ambito dell'attivita' di riscossione, la norma consente alle Entrate di elaborare specifiche liste selettive di controllo basate su informazioni relativi ai rapporti e alle operazioni finanziarie che sono informaticamente rilevati dagli intermediari abilitati.
L'unico limite (piu' formale che sostanziale) e' che l'agenzia deve, per individuare le informazioni da acquisire, sentire le associazioni di categoria degli intermediari: una forma di tutela per gli intermediari che evita un impatto troppo oneroso in termini di costo e di utilizzo di risorse umane che non un limite sostanziale alle possibilita' di analisi del fisco.
Il sole 24 ore - 17 ottobre 2011 - B. Santacroce - pag. 2